Ricordo benissimo quando da piccola andavo da Burghy, il primo fast food con hamburger aperto a Bologna: era una festa, e non sapevo dire mai di no.
Poi giunse McDonald, che rappresentava (e lo è tutt’ora, a dire il vero) una certezza per una persona che iniziava a viaggiare spesso all’estero, e così sapeva di poter trovare sapori identici e conosciuti in ogni luogo.
Infine arrivarono gli hamburger d’autore, quelli venduti come “real american style“, con carne sempre più pregiata e ricette particolari: ora a Milano vanno più di moda dei ristoranti giapponesi (che a loro volta hanno soppiantato gli aperitivi e, a catena, le pizzate).
Avevo sentito parlare del Trita prima di tutto grazie a un’email del proprietario, che mi invitava a provarlo (io ho risposto eh, ma poi non ho sentito più nulla. Hello? Ricevuto il messaggio?), poi da un’amica, che ci è stata recentemente e me l’ha consigliato caldamente.
Indi per cui, trovandomi in zona Navigli e cercando cibo, ho deciso di vincere l’amarezza per la non risposta e ho solcato la bianca soglia.
Innanzitutto occorre dire che si tratta di un locale piccolo in cui ci sono pochi posti a sedere, con un tavolone centrale tondo e diversi ripiani, il tutto rialzato e munito di sgabelli bianchi (morale: non andateci nelle ore di punta).
Ordinare è semplice, ma se siete eterni indecisi potreste avere dei problemi (nel mio caso, trattandosi di cibo, non c’è pericolo): dovete scegliere il tipo di carne, la sua quantità, il tipo di pane, quanti e quali condimenti, quante e quali salse, patatine mit salse und bibite finali.
Ok, ok, prendere un respiro, ce la farete!
Cos’ho preso io?
– 200 g di black angus;
– pane con semi di sesamo;
– cheddar;
– bacon;
– salsa barbecue;
– patatine con ketchup;
– bottiglia di Coca Cola.
Totale? Euro 17.
La carne ha diversi costi a seconda del tipo, ed è apprezzabile che servano anche il wagyu (o Kobe beef), che nello specifico costa 16 €.
Gli ingredienti aggiuntivi costano 0,75 € l’uno a parte alcune verdure; le salse € 0,50 (eccezion fatta per la salsa della casa, che non so bene cosa sia). Insomma, fate un paio di veloci conti.
Parliamo del gusto?
Molto soddisfacente. Proprio un buon hamburger, e per quanto mi riguarda é apprezzabile che il pane non sia troppo pesante, che le salse vengano servite anche separatamente, che la carne sia succosa e, ovviamente, che il tutto sia personalizzabile nei minimi dettagli.
Inoltre se fare parte della gloriosa classe degli “eterni affamati” (che potrei aver fondato io) sappiate che al Trita c’è pane e carne per i vostri denti, e se non vi sentire sazi fatevi vedere.
Diciamo addio al McDonald, e diamo il benvenuto al Trita.
Certo, l’impatto sui portafogli non è il medesimo ma le papille gustative esulteranno che manco noi al secondo gol di Balottelli contro la Germania (lo so, è crudele parlare di calcio dopo le quattro mazzate che abbiamo ricevuto ieri, ma pensiamo alle cose felici).
Dove
Trita
Piazza XXIV Maggio 8
Milano
julka75 says
Ora mi preparo una cartina di Milano con le bandierine sui posti che dovrò visitare per forza causa consigli del tuo blog.
Sybelle says
A dire il vero è una cosa che sto preparando io da mesi, ma non ho mai il tempo di finalizzarla 😛
Abra Cadabra says
siiii è dietro casa e diciamo che è stata una scoperta!povera bilancia ormai!!!ciao ari!
Niccolò says
Io invece dell'hamburger del Trita salvo solo la carne. Non l'impasto, la carne… per il resto l'ho trovato pretenzioso, poco curato e anche un po' sporchetto: gusti! 🙂