I miei amici su Facebook sono ormai preoccupati.
Chi mi segue su Twitter crede che mi abbiano hackerato l’account.
Instagram non ne parliamo: sgomento e stupore.
Io che cucino!
Io che mi porto il pranzo in ufficio!
Io, io che ho a che fare con frutta, verdura e salubrità!
Non ci si crede davvero eppure è la realtà dei fatti e ha una motivazione.
Sì, posso spiegare tutto: stiamo calmi e leggete.
Un bel giorno sono stata coinvolta da Alessandro Vannicelli, fondatore di Schisciando, in una sfida: potevate vedermi mentre trasportavo sul tram milanese una box di PortaNatura piena di verdura e frutta bio, e avreste dovuto proprio osservare la mia faccia quando ne ho tagliato lo spago e mi sono trovata innanzi… al verde.
Nessuna traccia di sugna, no: spinaci, lattuga, limoni, mandarini, mele, carote, un cavolfiore e un temibilissimo cavolo rapa.
La missione? Utilizzarli per preparare la mia “#schiscettaperfetta” da portare in ufficio come soluzione sana, buona, pratica e economica al dilemma “e mò che mangio a pranzo?”.
Per i miei standard si tratta di un impegno di un certo livello, che manco 007 al servizio di sua Maestà, ma ho preso coraggio e mi sono lanciata nel mondo di pentole e fornelli.
Per la mia prima schiscetta ho ridotto la cucina a un campo di combattimento: ho preparato una vellutata di spinaci con semi di girasole, cavolo rapa a fettine passato in padella con sesamo e carote saltate con miele, aceto e mandorle.
Vi dirò solo che il frullatore non era chiuso esattamente bene, che ho schizzato spinaci in ogni dove, che il cavolo rapa ha prodotto più incertezza della morte di Elvis, ho aggiunto troppo olio nella pentola delle carote e troppo brodo nella vellutata, ma alla fine ho guardato il mio operato e ne sono rimasta assai soddisfatta.
I miei colleghi hanno gridato al miracolo, e io sono stata veramente contenta di scoprire di non essere una totale inetta in cucina.
Sull’onda di questo entusiasmo ho preparato il secondo pranzetto – quinoa con cavolfiore e carote, bastoncini di formaggio e una mela – che ho sapientemente gustato al parco, godendo di un bel sole primaverile.
Ammetto che rispetto al dover andare in un ristorantino dei dintorni, fare la fila, aspettare e mangiare di corsa il poter avvalersi della schiscetta libera la mente e preziosi minuti da sfruttare per una passeggiata, un giro tra negozi, la lettura di un libro, due chiacchiere in più.
Immergendomi in questa nuova filosofia – anzi, come dice Alessandro, “stile di vita” – ne ho capito subito i vantaggi: esborso economico ridotto, so precisamente cosa sto mangiando e sono orgogliosa persino delle mie scarse capacità.
Ecco, conoscendomi prevedo che le mie future schiscette non saranno sempre così sane, e che un pezzetto di lardo di Colonnata potrebbe cascarci, però… .
Infine, rispondiamo all’ultima domanda: perché?
L’8 Aprile esce in libreria “Schiscetta Perfetta“, libro edito da DeAgostini e scritto proprio da Alessandro, che raccoglie più di 100 ricette per creare delle lunchbox creative, originali e saporite che non vi faranno certo venir la nostalgia del ristorante.
Dimenticate la triste pasta al pomodoro scotta e unta, non c’è niente di tutto questo: per farvi un’idea dei piatti date un’occhiata al blog e osservate la cura con cui Alessandro prepara e presenta pranzetti da acquolina.
Quando ho visitato Schisciando per la prima volta ho subito pensato “Eeeh, sì, vabbé“. Ora sono curiosa di leggere il libro e scegliere le ricette in cui avventurarmi, mettendo a ferro e fuoco la mia piccola cucina.
Ce la posso fare.
Se non altro per continuare a sconvolgervi tutti, miei cari regali mangiatori: è assai divertente.
p.s. per la presentazione del libro l’appuntamento è per Martedì 8 Aprile da Presso, in via Paolo Sarpi 60, dalle ore 18:00. Bisognerebbe andarci solo per capire chi può mai essere una persona tanto costante e paziente da prepararsi tutte quelle schiscette.
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