Come ormai sapete, se in cucina sono un’inetta totale almeno le crêpes le so preparare: nella desolazione del mio ricettario, che se esistesse sarebbe composto da poche pagine, almeno quelle comparirebbero assai fieramente, in più varianti.
Questo comporta che io ne sia una giudice piuttosto severa, pronta a stroncarle per una lunga sequenza di parametri.
Capita poi che vado a Parigi e riscopro le crêpes bretoni, quelle originali, “dure” e pure, che un po’ si differenziano rispetto alle classiche per impasto e preparazione. Così torno a quando avevo otto anni e ho visitato la Francia per la prima volta, lasciando un frammento di cuore in una creperia dagli infissi color carta da zucchero, gli interni poco alla moda e le mie prime crêpes, salate e dolci, deliziose oltre ogni dire.
Il tempo ha corroso il ricordo del nome di questo ristorante della Bretagna, ma non il sapore: presso la Creperie Broceliande i miei ricordi hanno preso il sopravvento. Sì, io e Proust potremmo essere stati vicini di banco, in un’altra vita.
Scopro il posto grazie a Tripadvisor: negli ultimi tempi mi aveva rifilato una sequela di sole mica male, ma questa volta le sue recensioni erano numerose e corrette.
Siamo nel quartiere Montmartre, nei pressi della stazione Abbesses, a pochi passi dal Moulin Rouge, e in una viuzza piena di locali e ristorantini si trova questa creperia dalla forte impronta bretone, dall’arredamento semplice e quadri di re, cavalieri e regine leggendari appesi alle pareti.
Il menù è più che esteso, e nel caso in cui siate indecisi tra una galette salata e una dolce potete ordinare il vantaggiosissimo menù e prenderle entrambe, accompagnate da una coppa o di sidro di mele o di succo. Il totale? € 9. La qualità? Ottima.
Assaggio la galette Parisienne, contraddistinta da prosciutto, formaggio, funghi e un tocco di panna: si presenta come un triangolo ripiegato, con una pasta scura di grano saraceno e un pizzico di formaggio, che in cottura rende il tutto più croccante e irresistibile, il tipico piatto di cui non lasci nemmeno una briciolina. Aggiungiamo un petit morceau di burro, e il gioco è fatto, sarete caduti nel tunnel. Occorre precisare che non esplodesse di ripieno, ma fa parte del menù-prezzo-vantaggioso, suppongo.
La crepe dolce invece era piena di caramello. Salato. Fatto in casa.
E con queste poche parole avete capito che mi ha conquistata, perché io col caramello salato non sono mica obiettiva.
Tagliandola a metà una colata di codesto divin nettare si è spanso per il piatto, vellutato e voluttuoso, con quel forte sentore di salato in contrasto con la totale dolcezza, e la pasta di farina 00 sottile e dai bordini croccanti.
… e dopo tutto questo ben di Dieu, un pensiero mi sovviene: ma se aprissi un chioschetto di crêpes bretoni in quel di Milano, con conseguente ingrasso? Certo, dovrei rifarmi il guardaroba, ma il bonheur sarebbe garantito.
In nome di tutti i cavalieri della tavola rotonda, proprio. O simili.
Dove
Creperie Broceliande
Rue des 3 Frères 15
Parigi
Lascia un commento