C’è una domanda che ha tempestato l’Italia negli scorsi mesi, e che recita più o meno così: “… ma Expo, di preciso, che è?“.
Ammetto che anch’io l’ho fatta, confusa e curiosa, poi ho trovato la soluzione: per capire cos’è Expo bisogna andarci. Punto. Si può solo dare una vaga impressione della grandezza, della bellezza e della meraviglia di certi allestimenti, ma nulla che uno sguardo non possa esaurire meglio.
Detto questo, trovo che la maggior parte dei racconti profusi sia ben manchevole di un fondamentale aspetto: cosa si mangia a Expo? Dove si mangia? Dovessi andarci per pochi giorni (o addirittura una volta sola) dove mi dirigo?
E qui entro in gioco io, miei cari affamati che dopo aver fatto il Decumano a piedi vorreste solo mangiare un padiglione intero!
Parte la guida del Royal Expo 2015, una sollecitante occasione per condurvi a Rho Fiera e lanciarvi in divine esperienze etniche.
Iniziamo dalla Corea, la nazione che ha ben saputo coniugare forti messaggi, eleganza, unicità e ottimi piatti.
Il padiglione bianco e nero si staglia in mezzo a mille colori con la sua forma minimal che racchiude secoli di tradizione: entrando si compie un percorso attraverso quelli che sono gli errori dell’alimentazione contemporanea con rappresentazioni dell’eccesso, dello spreco e della fame.
Qual è la soluzione? Il ritorno alle origini e all’uso dell’antica arte della fermentazione nelle secolari giare di terracotta che conservano i cibi a lungo e forniscono nutrimento sempre disponibile, qui rappresentata da performance meccaniche futuristiche e da una stanza in cui decine di vasi si illuminano.
Il percorso è emozionante, le guide eccellenti, l’atmosfera intensa e il ristorante dà il colpo di grazia: cadrete anche voi nelle affascinanti trame coreane, soprattutto quando assaggerete le loro specialità.
In Italia è raro trovare buoni ristoranti coreani, una cucina spesso accostata per sbaglio a quella cinese e giapponese; aggiungete che il menù è lungo e vario, e capirete perché è imperdibile.
Io ho assaggiato dei croccanti e bellissimi roll con carne e verdure e il Dakgangjeong, uno squisito pollo fritto e intriso di salsa agrodolce, tutto accompagnato da un Lemon Micho Ade una rinfrescante bevanda giallo canarino con aceto e limone, e vi esorto a fare altrettanto.
Se siete particolarmente golosi (e so che è così) vi sarà difficile resistere alla tentazione di comprare qualche ingrediente speciale alla cassa, tra cui la salsa bulgogi. In ogni caso, in approvo.
p.s. tutte le foto sono state scattate con la mia fidatissima Canon G7X, che mai smette di stupirmi e supportarmi.
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