Quanto ne sapete sulla cucina argentina? Potreste riassumerla in una sola parola, no? Dai, ditela con me: inizia per C, è di cinque lettere e finisce per E.
C A R N E
Paradisiaca ciccia, mia adorata, non ne ho mai abbastanza! Non mi stanca quanto la pasta, non mi appesantisce come la pizza, non mi lascia insoddisfatta (ciao verdura!). Il manzo e i suoi compari mi sono amici, e io sono la loro fedele adepta.
Capirete quindi che un invito presso in un ristorante argentino sia stato la morte mia (metaforicamente, s’intende).
La scorsa settimana io, Anita e Francesca abbiamo avuto l’opportunità di cenare presso El Paso de Los Toros, argentino in zona porta Venezia in quel di Milano, già decantatomi assai da amici e colleghe, sia per le cene sia per il famoso aperitivo (che si dice essere abbondante e accompagnato da cocktail stupendi).
Ad accoglierci e a farci fa cicerone c’era il padrone di casa, che ci ha raccontato aneddoti sul ristorante, sulla cucina, sulle scelte di arredamento, sul cibo e, ovviamente, ci ha ordinato le leccornie da degustare.
Abbiamo iniziato con delle empanadas fatte genuinamente a mano, e non surgelate, ripiene di carne trita o pollo. Buone? Eccome.
Io ho accompagnato l’entré con un cocktail alla frutta strepitoso, ghiacciato e equilibrato nella dose di alcool.
Sono giunti anche dei nachos con formaggio e pomodoro, e qua direte: “Ma il nachos è messicano!“.
Compromessi, signori, piccoli compromessi per offrire una scelta molto più vasta ai commensali. Giusto, dal mio punto di vista, visto che la cucina argentina è eccellente ma non vastissima.
Nel mentre abbiamo apprezzato i tavoloni rivestiti di pelle color testa di moro, il bancone da cui spuntavano bottiglie in quantità, le vecchie locandine di film argentini incorniciate e appese ai muri, la parlantina del cameriere, un vino rosso delizioso.
Finché è arrivata lei, e il mio cuore ha perso un battito.
Lei, una teglia riscaldata da candele su cui sfrigolavano amorevolmente numerosi pezzi di carne, dal filetto al controfiletto, dall’entrecote all’asado texano, invitanti come non mai, speciali. Tutto di angus argentino, la razza più pregiata.
La mia forchetta ne ha infilzato uno, portandolo al piatto.
A fianco, diversi contorni a base di verdure e legumi, come dei gustosi ceci.
Così ho brandito le posate e mi sono apprestata alla degustazione. Già al taglio ho capito che il filetto che stavo assaggiando era morbidissimo, burro, ma portato il boccone alla bocca ne ho avuto una conferma: carne tenerissima, una delle più morbide che abbia mai assaggiato, dal gusto delicato, succosa. Se voi entrate al Paso de Los Toros e non la ordinate vi mando tutte le truppe imperiali a casa, sia chiaro!
Per me era l’estasi.
Abbiamo proseguito con altri tagli di carne, dal sapore più spiccato o dalla consistenza più ferma (ma comunque tenera al limite dell’illegale!), per poi terminare con la “famigerata” cucaracha, uno shot alcolico letteralmente infuocato che ci ha liberato dall’abbiocco.
Il ristorante è grande ed è perfetto per ogni situazione, da una cena a due a una con tanti amici, un post-lavoro o un addio al nubilato (che c’era davvero), un incontro tra amiche, e così via.
La mia esperienza è stata quindi più che positiva: ho adorato la cucina tanto quanto le persone che gestiscono con cura e passione questo ristorante, e che non hanno avuto timore di rivelarci i segreti, le criticità, le soddisfazioni e ci hanno raccontato quanto lavoro risiede dietro a un autentico ristorante argentino.
Non vedo l’ora di tornarci.
E riassaggiare quel filetto.
E quei drink.
Ecco, sono le 10 di mattina e ho voglia di carne.
Quasi quasi prenoto.
Dove
El Paso de Los Toros
Via Palazzi 7
Milano
Tel. 02 2049870
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