Il salmone Loch Fyne

Salmone Loch FyneCom’è giusto che sia, tutti i miei propositi food del 2017 (mangia meno, più sano e lascia stare quei tramezzini ripieni di formaggio) sono stati disattesi già il 1 Gennaio, provocando enorme gioia da una parte e conseguente (e succulento) materiale per questo blog dall’altra.

Bentornati, Royal Assaggiatori sparsi per l’Italia (e non solo)!

La mia felicità è sconfinata (come sempre, quando si tratta di parlare di cibi e affini) e i progetti di conquista del mondo sono molti, accomunati dalla volontà di stuzzicare sempre più il vostro appetito e farvi cadere in tentazione. Iniziamo quindi con una scoperta risalente al mese scorso, uno di quei “amori a primo assaggio” resi possibili grazie alla preziosa collaborazione con Selecta, che mi sta permettendo un giro gastro-turistico di tutto rispetto.

Parliamo quindi di salmone, protagonista sempre più assoluto e pervasivo delle tavole in ogni sua declinazione. Nello specifico, intendo il salmone affumicato, una prelibatezza che appare spesso nei menù delle feste, comodamente adagiato su tartine, canapé e vol-au-vent di ogni sorta. Selecta mi ha fatto provare il Loch Fyne, proveniente dalle lontane Highland occidentali e dai suoi impervi fiordi, una prelibatezza che fa la differenza già dal primo assaggio.
Salmone Loch Fyne

Affumicato su trucioli di quercia ricavati da botti di whisky di malto invecchiato (e già questo è tutto un programma), il Loch Fyne è un ottimo esempio di come un prodotto squisito sia anche perfettamente ecosostenibile. Gli allevamenti di salmoni, infatti, sono gestiti secondo tradizioni e regole che garantiscono la salvaguardia dell’ambiente e il benessere dei salmoni. Non per nulla nel 2014 si è aggiudicato il Queen’s Award, ricevendo l’onorificenza direttamente sua Maestà la regina Elisabetta.
E il sapore? Favoloso. Avendolo provato in vari modi (dalla sopracitata tartina alla delicata insalata, fino a farlo diventare il ripieno di uno strepitoso avocado burger) ne ho apprezzato la freschezza e la sapidità. Unico peccato? Che sia finito troppo presto!

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