Tutti noi food-obsessed, per cui il cibo non è solo sostentamento ma soprattutto ragion di vivere, c’abbiamo una lista di cibi da assaggiare almeno una volta nella vita: inesauribile, la custodiamo gelosamente e ci adoperiamo per giungere alla meta.
Uno dei miei “must taste” di sempre era il tacchino ripieno tipico del Thanksgiving americano.
Cioè. Parliamoci chiaro: uno cresce vedendo film, telefilm, spot, la qualunque in cui il giorno del Ringraziamento pare il paese dei balocchi, l’evento dell’anno. Si distruggono o riuniscono famiglie, si imbandiscono tavole che manco Versailles, si cucina per dieci giorni e dieci notti, ci si scanna per accaparrarsi the bigger turkey, e questo viene cucinato per ore e ore.
È imprescindibile, immancabile, fonte di gioia e di dolore, e ovviamente non vedevo l’ora di dire “Fatto!“, l’ho provato.
L’occasione è giunta grazie a Wild Turkey, una marca di bourbon whiskey del gruppo Campari che, proprio per celebrare il suo nome, ha azzeccato il momento e preparato una vera cena da Thanksgiving americano in quel di Milano.
Ospite, cuoca e contemporaneamente padrona di casa è stata Laurel Evans, che ci ha preparato tutto ciò che non può mancare in una vera cena del ringraziamento.
Nel mentre abbiamo sorseggiato alcuni cocktail preparati col Wild Turkey: non immaginavo di poter trovare così tante proposte, che ho sorseggiato tra un boccone di focaccia e una forchettata di mashed potatoes. Con l’unione di ingredienti come succo di frutta o miele i drink hanno riscontrato i miei gusti, permettendomi di assaporarli davvero. Dopotutto, se non é buono per me non ha senso di esistere.
Di certo il whiskey non è delicato: bisogna essere attenti nel creare un bel equilibrio, e capire quale versione riscontra i propri gusti. In particolare, io ho apprezzato molto il Wild Turkey American Honey Shot, dal dolce aroma di miele.
E questo tacchino, com’era? Tenerissimo, squisito, ricco: la carne era separata dal ripieno (a base di verdura e frutta), tagliata a fette da mani (e coltelli) esperte.
Potete immaginare il clamore e lo stupore sorti alla sua vista, mentre veniva portato in trionfo da Laurel su un grande vassoio: un sogno a occhi aperti.
È stato davvero come trovarsi dentro a un telefilm, in questa casa milanese gigante e al tavolo con persone con cui chiacchierare e ridere. E no dramas, per questa volta: Wild Turkey ci ha messi tutti d’accordo.
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