Io so poche cose con certezza ma vi assicuro che al 98% riguardano il sorprendente mondo del food e tutti i suoi collegamenti.
So cosa farò domani? No, ma probabilmente so cosa mangerò.
Conosco il mio destino? Macché, a parte l’incrociare tavole imbandite.
Se una veggente cercasse di vedere il mio futuro in una sfera di cristallo troverebbe una porchetta.
Eppure talvolta anche i nostri ristoranti preferiti sbagliano, hanno una serata storta, non brillano.
Tutti a parte La Taverna del Farneto che, in anni di frequentazione, non ha mai peccato.
Sono affezionata a questo ristorante che si disperde tra i calanchi degli Appennini bolognesi, collocato su una strada in una frazione della frazione della mia città d’origine.
Ho molti ricordi qui legati, sia per quanto riguarda il cibo sia per le occasioni – come l’averci festeggiato la cena di laurea – e tutti squisiti, avvolti in un’aura di magica nostalgia.
Dato che mancavo da qualche tempo ho deciso di tornarci e constatarne la sempre alta qualità, i menù dalle portate invitanti, il servizio solerte, gentile, preciso e simpatico, una carta dei vini che persino la sottoscritta riesce a riconoscere come interessante e un ambiente curato ma non tirato.
Perfetto per una serata tete-à-tete che non trabocchi nell’imbarazzo o per un pranzo famigliare.
La mia ultima infatuazione va al loro filetto di Angus irlandese, preparato così bene da far sospirare: una carne tenera, altissima, succosa all’interno e con una patina esterna leggermente abbrustolita (ma proprio appena appena). Si prende il coltello affilato e ci si sente provetti chef nell’affettarlo.
Servito su un piatto candido, con un filo di aceto balsamico e un crostino ancora caldo, faceva la sua splendida figura.
E poi, sapete la soddisfazione di andare in un ristorante di carne e non stare attenti al grammo? Nel senso: la maggior parte vi costringe a pesare il vostro appetito. 180, 250, 300 grammi? Personalmente, se è meno di 400 non è vero amore, e spesso vorrei prendere ciò che mi viene servito, correre in cucina, afferrare una bilancia e farmi giustizia, che va bene che il peso è a crudo ma io c’ho un certo occhio.
Ecco, quando scelgo la carne alla Taverna del Farneto non devo pensare a questi dettagli: mi godo tutta la squisitezza del filetto in tutta placidità (non si scherza sulla carnazza!).
A dire il vero questo ristorante non è specializzato solo in carne: si mangia anche dell’ottimo pesce, degli antipasti sublimi e dei dolci molto originali e scenografici.
Fabrizio Boccafogli – lo chef – ha saputo realizzare quello che personalmente considero un piccolo capolavoro, e mi ha dato una delle mie poche certezze, sulla tavola come nella vita.
Dove
La Taverna del Farneto
Via Jussi 188
San Lazzaro di Savena (Bologna)
Tel. 0516251236
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