Correva l’anno 2012 e, in quel di Bologna, un grattacielo travestito da persona normale con tendenze dark tentava di riallacciare i rapporti con Trenitalia dopo un’assenza di diverse settimane in cui non si erano mancati a vicenda: nessuna tragedia su rotaie e nessun messaggio minatorio rivolto a @lefrecce.
Forse queste ultime sentivano la mancanza della bolognese in procinto di tornar a Milano, e così misero in piedi il più assurdo dei viaggi, a base di imprevisti e bei momenti.
Per farla breve domenica sera sono arrivata alla stazione di Milano Centrale con un’ora di ritardo dopo un viaggio di due ore in piedi tra scene apocalittiche (potete leggere il resoconto in questo post di Giuliana, scritto proprio in contemporanea alla mia avventura). Insomma, tutto ciò che avrei voluto fare era collassare a casa maledicendo la mia sfortuna, sdraiando la mia povera schiena provata sul letto per rimuoverla solo la mattina dopo.
Fortuna vuole che la persona che è passata a prendermi in stazione avesse altri programmi in mente.
Così, mentre stavo in auto con una faccia mesta, una sommatoria di tutta la carica dei 101 bastonati, ho udito la frase “È che c’è un ristorante che vorrei provare” e visto che il sentimento era corrisposto i miei occhi si sono illuminati e ho esclamato un “Anch’io! Andiamo?!”, quindi ci si è diretti.
Il ristorante in questione, Grani e Braci, ha un nome che risulta alquanto promettente.
Vedete, c’è gente che considera “comfort food” le patatine fritte, le sacher, un piatto di pasta; per me il vero comfort food è la carne, la ciccia, un sacrosanto pezzo di manzo cotto alla perfezione. Niente mi rallegra di più, quindi niente era più indicato per farmi riprendere.
Entriamo e ci troviamo in un bel ambiente, curato e sofisticato ma lontano dal minimal-chic che pare andar per la maggiore. In particolare mi sono piaciute le enormi lampade bianche e i disegni sul soffitto.
Servizio velocissimo, con camerieri muniti di auricolare. Ti aspetti che a servirti arrivi l’agente Smith al grido di “Neo, tu sei l’eletto” e che tutto si muova al rallentatore.
Apriamo il menù e ci troviamo di fronte a un’enciclopedia della carne, con tagli di cui manco sapevamo l’esistenza.
Ammirata e affascinata opto per una scottata di Flank Fillet di manzo razza “Black Angus” al miele e rosmarino scaloppata su una julienne di trevisana e caldarroste.
“E’ il piatto che fa per te”, mi sento dire, ed effettivamente…
… arriva questo piatto e io mi innamoro.
Affetto coltello e forchetta e con la delicatezza di un mastro orologiaio ritaglio il primo boccone di carne e l’assaggio.
E ciao, cinque sensi e anche sesto, ciao, bentrovati, ben risvegliati.
Ciao, Alleluia di Haendel, ciao.
Ciao, esplosione di sapori contrastanti in una tenerezza divina, ciao.
Ciao, dolce del miele stemperato dal rosmarino che avvolgi la carne dai bordi ben cotti e dall’interno assai roseo, ciao.
Ciao, ti ho appena eletto uno dei miei piatti di carne preferiti, e non ti lascio più.
E’ uno di quei momenti in cui non ti vergogni di canticchiare “Felicità” di Albano e Romina, anzi, sei un po’ giustificata.
Questo piatto mi ha davvero rimessa al mondo: forse non lo sapete, ma io adoro le castagne e mi piace tantissimo l’agrodolce ben studiato. Come poteva non convincermi un piatto di carne al miele, quindi?
I sapori erano ben definiti, non eccessivi, equilibrati, particolari.
Sorprendente è stato leggere i commenti su Foursquare, non proprio positivi.
Forse avevano sbagliato piatto? Forse si aspettavano qualcos’altro?
La risposta ovviamente mi è ignota, ma per quanto mi riguarda io ci tornerò molto volentieri, e sono sicura che non riuscirò a trattenermi dal riordinare questo secondo.
Quanta gioia.
Dove
Grani e Braci
Via Carlo Farini
Milano
02 366337422
baro says
Questo post mi trova senza dubbio in accordo. In linea generale il sito http://theroyaltaster.com è postomolto in modo efficace,
lo seguo con passione. Ottimo lavoro, a presto.
Sybelle says
Grazie 🙂