Giacché le contraddizioni sono tra le mie principali “qualità” (e le persone non fanno altro che farmi notare come ne sia un simpatico coacervo), mentre l’Italia è sommersa dalla neve e io ho sempre dichiarato di detestare il caldo, son qua che mi ritrovo a pensare alla scorsa estate in Puglia, dove di sicuro non c’era fresco. Probabilmente mi manca la sensazione del sole sulla pelle, inizio a ritenere opprimente il peso dei cappotti e rimpiango quei giorni in cui avevo il cervello disconnesso e le tre uniche preoccupazioni erano il mare, i libri e il cibo.
Una sera io e i miei amici buongustai siamo stati ad Otranto, dove avevamo prenotato un tavolo al ristorante L’Altro Baffo, raffinato e incantevole, una di quelle esperienze di alto livello che lasciano un ricordo di cura, passione e bontà.
In quell’afosa serata indossavo un abito leggero, sandali verdi, una borsa dello stesso colore, portavo i segni rossi del primo sole sulle spalle e tutto ciò che desideravo era qualcosa di sorprendente ovviamente a base di pesce. Sono stata accontentata.
Tra le diverse portate quella che più è rimasta impressa é il secondo, sia per gusto sia per presentazione: bocconcini di spigola su crema di lampascioni.
Innanzitutto ero incuriosita da questa salsa, e ho ammesso tutta la mia ignoranza al cameriere domandando di cosa si trattasse: il lampascione par infatti esser utilizzato solo nella cucina locale, e altro non è che un bulbo che, opportunamente trattato, può essere accostato alle cipolle (e ora potete dire di aver imparato una cosa nuova, dai! A qualcosa servirò pure, oltre a farvi venire appetito nelle ore più improbabili). Ridotto in questo modo aveva un sapore leggermente amarognolo ma piacevole, e la sua intensa colorazione rossa decorava il piatto. Su di esso erano disposti i bocconcini di spigola, arrotolata abilmente su se stessa, tenera e dal sapore delicato, bellissima a vedersi, stuzzicante e deliziosa: il mio palato, che veniva da settimane in cui l’unico pesce toccato era il salmone fatto sushi, ha compiuto diverse evoluzioni di gioia e ammirazione, che se per alcuni di voi il pesce fresco è la normalità, per me rappresenta un grande privilegio.
A termine serata, mentre stavamo gustando i dolci ubriachi di vino e sazietà, vediamo giungere un cameriere dalla fine della strada con una cassa di polistirolo bianca: il nuovo pescato, appena giunto, e subito mostrato a un tavolo a fianco per la scelta. Inutile dire che mi si era riaperto lo stomaco, ma dopo aver assaggiato del cioccolato mi pareva brutto ricominciare.
Incuriosita da tale cucina, tornata a casa ho fatto le mie ricerche e scoperto che in cucina governa una chef, Cristina Conte.
A lei tutto il mio plauso: sogno di tornare all’Altro Baffo al più presto, già da quest’estate.
Dove
L’Altro Baffo
Via Cenobio Basiliano 23
Otranto
Tel. 0836 80 16 36
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