This is not a sushi bar: il giapponese a domicilio (Milano)

Il cibo giapponese ha molte caratteristiche, ma una spicca in modo particolare: ha la capacità assoluta di farti venire quelle voglie ancestrali e terrificanti nel bel mezzo della giornata, magari proprio quando non è facile reperirlo o si è troppo impegnati. Niente da fare: nella mente passeranno dei maki felici e zompettanti mentre voi dovrete azzannare la scrivania per sopravvivere.
Milanesi, e tutti voi che lavorate/soggiornate/dimorate in codesta città, ho recentemente scoperto la soluzione al suddetto male: è un giapponese da asporto, e si chiama “This is not a sushi bar“.

Il funzionamento è semplice: nel momento del bisogno visitate il sito, scorrete le offerte, tirate su la cornetta (… Quanto è desueta questa azione, ormai?) e ordinate!

Sì, ok, non è che sia una gran novità,  men che meno a Milano. Perchè proprio questo?“.
Eh, proverò a spiegarlo in qualche punto:
1) é economico: rispetto ad altre opzioni, con questo mangerete a sazietà spendendo veramente il giusto;
2) perché l’occhio vuole la sua parte, e questo giapponese cura ogni aspetto della propria immagine, con in design moderno e particolare;
3) perché-è-buooonooo!

Nella foto potete ammirare il menù Maki Philadelphia con: otto uramaki salmone/Philadelphia, tre hosomaki misti, alghe wakame e riso bianco.
Gari e wasabi sono immancabili, mentre la salsa di soia arriva in pratiche bustine.

Com’era?
Squisito e saziante!
Si vocifera che durante il pranzo la sottoscritta abbia dichiarato “Io col philadelphia posso mangiare anche le panchine“. Non è forse vero che questa crema spalmabile rende speciale qualsiasi altro cibo con cui è abbinata?
Avrete capito che gli uramaki erano particolarmente buoni, col riso cotto al punto giusto e una buona fetta di salmone all’interno. Mentre lo gustavo si poteva immaginare il fumetto sospeso a mezz’aria accanto alla mia bocca con scritto un soddisfatto “Ciomp ciomp“.

Il servizio è stato veloce e puntuale: abbiamo ordinato alle 12.15, e alle 13.15 la consegna è giunta (munita di POS portatile, che è una bella comodità!).

Per le vostre voglie improvvise, ora sapete come fare.

(p.s. si ringraziano i mangiatori Paola, Michele e Desirée, allegri compagni di ordinazioni lampo) 

(p.p.s. L’immagine dei maki che felicemente saltano le staccionate mi perseguiterà a vita)

n.b. a quanto pare devo fare una precisazione sul titolo, che da una persona su Twitter è stato definito “infelice”. Ho parafrasato una frase leggendaria (nel senso che non è mai stata pronunciata) di Maria Antonietta. L’avevate capito, vero? … vero?!
Se in qualche modo non avete colto l’ironia generale che imperversa sul blog e vi sentite offesi… ehm, scusate, ma mi ritrovo perplessa. Please, take it easy, nulla di questo blog è pienamente serio. Dai.

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