Quando si parla di cibo so farmi voler bene dagli amici: so condurre le persone sulla via del buon mangiare. La mia strada non è lastricata di buone intenzioni, bensì di menù.
Capita così che in un sabato sera di inizio Settembre io mi ritrovi in auto con Piero e Veronica di ritorno dal Romagna Camp, accaldati e letteralmente cotti; Giovanna ci seguiva su un’altra auto, fiduciosa.
Tutti contavano su di me per la cena, visto che stavamo andando verso Bologna.
Medita medita, medita Sybelle, regal assaggiatrice, non puoi deluderli.
Mulino Bruciato pieno.
Osteria Broccaindosso non pervenuta.
Come fare?
Stavo per ripiegare su scelte poco originali, quando ho avuto la genial illuminazione.
“Certo! Come non pensarci prima?!“.
Ho telefonato, prenotato e un sorriso ebete mi si è stampato in faccia.
“Vi porto alla Trattoria del Gallo!”
“Dov’è?”
“A Osteria del Gallo!”
“... Come?!”
“Imposta il navigatore!”
E così ci appropinquammo perdendoci tra le viuzze del bolognese, fino all’affollatissimo ristorante. Nonostante avessimo prenotato abbiamo dovuto aspettare a lungo, destreggiandoci tra camerieri che apparivano ovunque.
“Si ordina la tagliata!” è stato il mio perentorio comando, che non ammetteva scuse.
La carne della Trattoria del Gallo è qualcosa di sublime (quindi, ovviamente, non proprio sana).
Servono una pirofila ustionante in cui i pezzetti di tagliata si ritrovan ad annegare nell’olio d’oliva in cui sono stati cotti a puntino secondo le proprie preferenze.
La ciccia ondeggia, fluttua nell’olio di cui è intrisa.
Appena se ne assaggia un boccone si apprezza la morbidezza, il gusto della carne esaltato. Squisito, non trovo altre parole! La regal assaggiatrice s’inchina di fronte a tal ricetta!
Lacrime di gioia e commozione s’intravedono negli occhi di coloro che hanno la fortuna di mangiarla, e infatti così fu anche per i miei commensali, sorpresi da tale epifania (talvolta quando scrivo di cibo in tal modo non mi sento totalmente normale, ecco).
Poi, ovviamente, la scarpetta nel condimento è un passo praticamente obbligato: volete forse sprecarlo? Non sia mai!
Si vocifera che si possa anche chiedere di far cuocere delle uova nella pirofila, nell’olio stesso, ma non ho le prove.
Se vi ho convinto e vi azzardate ad affrontare codesta sfida, fatemi sapere.
Dove
Trattoria del Gallo
Via Ferrarese 1
Castel Maggiore (Bologna)
Stefano says
La voce è vera. Se si ha il coraggio, un paio d’uova fritte nell’olio della tagliata e via…pronti per la Citrosodina.