(Alert! Questo post è pieno di aggettivi e iperboli che solo una drama queen come la sottoscritta potrebbe utilizzare a proposito di un bar. Prima di leggerlo si attivi la modalità “ironia” e si comprenda che i toni esagerati vengono utilizzati per stemperare l’atmosfera di profonda delusione che riempie il mio cuore a forma di dispensa)
Tristezza, mestizia, orrore e turbamento.
Sconquasso, terrore, A come Atrocità e doppia T come Terremoto e Tragggedia.
Stupore, tremore, incredulità e depressione.
Buttiamoci dentro anche tutti gli stadi del dolore, mezzo chilo di crudo, un quarto di mascella crollata inesorabilmente a terra e un sacchetto di sospiri, e otterrete tutto ciò che ho provato quando ho scoperto che…
… Zanarini ha cambiato gestione e non è più quello di una volta.
Voi non c’avete idea del turbamento provato nel momento in cui, tornata al mio bar preferito di sempre dopo diversi mesi d’assenza, l’ho trovato modificato nell’arredamento e nella qualità.
Mi è venuto un-attacco-di-panico.
Per spiegare tutto questo sentimentalismo permettetemi di raccontare qualche ricordo, che fungerà da suo epitaffio.
Zanarini era l’unico posto che mi spingeva a puntare una sveglia il Sabato mattina dopo una settimana di catastrofe e recarmi nel centro di Bologna. Era l’inizio di una giornata di ricarica.
Zanarini era il pensiero che mi spronava ad alzarmi presto mentre stavo scrivendo la tesi, una tappa fissa prima di recarmi in Sala Borsa a documentarmi e concentrarmi.
Zanarini era la certezza della giornata, col suo croissant salato – che solo noi bolognesi sembriamo conoscere e apprezzare – e il cappuccino servito in una grande tazza, con la schiuma densa e la miscela di caffè perfetta.
Da Zanarini ho fatto aperitivi, colazioni, preso caffè con amici di passaggio e torte tenerine nei momenti di massimo bisogno; mi sono beata tra le crostatine alle fragole e i biscotti sablé, soufflé al cioccolato e créme; mi sono rilassata ai tavolini in piazza e bevuto the pregiati al piano superiore, saccheggiato tartine con mousse prelibate e sorseggiato Rossini.
Bene, la nuova gestione ha cambiato il meraviglioso bancone e le vetrine della pasticceria, riposizionato la cassa nel punto più scomodo di sempre e modificato il menù totalmente.
Vi assicuro che quando mi hanno dato il croissant sul piattino ho capito a vista che era diverso: addio patina burrosa! Addio croccantezza! Addio minuscoli grani di sale sulla superficie! Benvenute stopposità e insipidità, pesantezza e insoddisfazione!
E il cappuccino.
Il cappuccino!
Una tazza grande la metà della precedente senza più la Z impressa, con un contenuto che non giustifica più il costo alto (€ 1,60!).
Gli ho dato due possibilità ma no, no, è tutto finito.
L’ultima onta è il vedere la scritta “Zanarini by Antoniazzi” all’entrata.
Chi siete voi? Da dove venite? Perché avete commesso questo scempio? Dove avete messo il bellissimo bancone semicircolare? Perché avete reso anonimo – con un arredamento pseudo minimal – un tempio sacro? Dove avete messo le tazze lineari ed eleganti? E soprattutto: CHE FINE HA FATTO IL CROISSANT SALATO?
Uscitelo! Resuscitatelo!
Se mi diceste che per anni ho mangiato un cornetto surgelato della peggior marca (cosa che escludo) ne sarei comunque sollevata, pur di riaverlo!
Quindi il mio destino è questo?
Tramandare al mondo la storia di “quando Zanarini era un paradiso a Bologna“?
Lo farò.
Intanto consigliatemi qualche altro posto, che così non posso andare avanti.
p.s. Se volete leggere cosa ne scrivevo quando era ancora un posto meraviglioso, eccolo qua.
ziovite says
Non sono mai stato da Zanarini prima del cambio gestione, ma questo post me lo fa rimpiangere.
Luca says
Ci sono rimasto male anche io per il cambio….
Comunque, per quanto mi riguarda, uno dei posti migliori per fare colazione è il Regina di Quadri. E' un po' spostato dal centro, poco lontano da porta Castiglione (dentro le mura)!
Pietro says
Regina di quadri discreta la pasticceria , caffetteria pessima….
Fulvio Cavicchi says
Conoscendoti, capisco il tuo dolore e ti sono vicino. Pat pat!
Roberto says
Io non sono bolognese, neanche italiano s’è per quello ma quando mi sono trasferito a Bologna o cercato e trovato nel Caffè Zanarini i tramezzini migliori che, insieme al cornetto salato e al cappuccino erano il mio “dai! che alla fine il mondo non è così brutto!” Sono andato ieri per prima volta dopo il cambio di gestione, sapevo che non sarebbe stato lo stesso ma non mi aspettavo una delusione così grande. Per chi “location, location, location” è la cosa più importante beh, questo non si è perso per me, a cui non interessa tanto, è un altro Bar, caro, carissimo. Non so chi sia questo Antoniazzi, sicuramente farà tanti soldi con questa nuova gestione dozzinale, mediocre e slavata.
Sybelle says
Lo ammetto: dopo aver letto la tua esperienza ti abbraccerei.
Recentemente ho visto che la nuova gestione stava festeggiando il suo primo anno da Zanarini: sarei voluta entrare e dire “Che mestizia!”.