Ci sono mestieri per cui si dice che la passione sia necessaria, e che la sua eventuale mancanza si avverta in modo palpabile.
Ecco, questa è la storia di un weekend nel mezzo dell’amore per ciò che si fa ogni giorno, e che si desidera trasmettere, condividere, far percepire sensibilmente a chi arriva e a chi si incontra.
E’ un racconto di valori, lavoro duro, costanza, tradizione radicata in un territorio che qualche mese fa è stato smosso dal terremoto e ne porta i segni, sebbene le persone che si incontrano dicono “Noi siamo forti, mica ci siamo persi d’animo!“.
E’ una piccola testimonianza, la mia, di come spesso sia la semplicità a trionfare.
Parliamo di una sfoglia tirata con impegno e cura, di prodotti come l’aceto balsamico tradizionale che richiedono un lavoro costante di generazione in generazione, di abitanti che vanno a baciare la Ghirlandina (il campanile del Duomo di Modena) subito dopo gli avvenimenti di Maggio per darle la forza di rimanere in piedi, di una festa nel comune di Savigno (c’è anche il prossimo weekend!) che unisce ed esalta panifici, piccole aziende casearie, gastronomie locali, associazioni e rende protagonisti i cercatori di tartufo.
Vedete, è che poi io mi commuovo un po’ di fronte a tutto questo.
Posso essere digital quanto volete, ma quando torno nella mia terra natia e riscopro il dialetto, i borlenghi e i tortelloni, quando rivedo i miei amati colli, quando ascolto come delle piccole realtà siano così tanto intrise di valori, a me viene una profonda nostalgia e provo un’immensa stima.
Perché a Milano c’è il lavoro, ma il cuore è aggrappato ai vicoli stretti e alle case color mattone, ai gesti semplici come il tirare la sfoglia e schiacciare i passatelli, ai ritmi tranquilli e alla manualità, al “far”, al produrre, allo sperimentare attraverso i sensi.
Questa è solo l’introduzione di una serie di racconti che intendo fare sull’esperienza al Quadrilatero Unesco, e che voglio farvi assaporare il più possibile. Siete d’accordo?
So però benissimo che non aspettate altro di sapere cosa son riuscita a mangiare in questi giorni, e non vi deluderò! Il mio pantagruelico appetito ha colpito ancora.
Pronti? Allora:
– alla Piazzetta del Gusto di Nonantola ho preparato i tortelloni (cioè: ho fatto la sfoglia! Il ripieno! Li ho chiusi io, con le mie bolognesissime manine! Se mia nonna mi avesse vista si sarebbe messa a piangere per l’emozione);
– ho fatto i passatelli;
– ho mangiato, dopo anni, i borlenghi;
– i ciacci con la Nutella;
– rosette di prosciutto;
– lasagne al tartufo;
– il “bensone” (vi spiegherò meglio di cosa si tratta);
– le raviole!;
– salumi in quantità;
– i ciccioli, i miei amatissimi ciccioli frolli (se non sapete proprio cosa sono, leggete qua);
– il salame di cioccolato;
– le tigelle con salsiccia tartufata;
– i bruciatini,
… e un cucchiaino di aceto balsamico tradizionale di Spilamberto per finire in bellezza!
Il resoconto, come potete immaginare, sarà lungo e appassionato.
Ho scovato dei posticini adorabili.
In primis però voglio ringraziare chi si è occupato dell’organizzazione, da Claudio di Ketchum a Silvia dell’APT, Geraldine, Mauro, la nostra guida modenese Elena, il simpaticissimo Massimo Rinaldi e la bravissima Elena della Piazzetta del Gusto, le guide del Museo dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Spilamberto, gli autisti Claudio e Fabio nonché tutte le persone che ho conosciuto e che hanno condiviso con me racconti e passioni.
Un saluto oltretutto a Elena de La cucina di Ely, con cui ho condiviso questo viaggio fatto anche di treni, fotografie, tweet e pioggia.
Insomma, se non si fosse capito, questo weekend è stato meraviglioso.
Daniela Battarello says
Anche noi in Lomellina abbiamo i ciccioli secchi di maiale (e ovviamente in casa mia ci sono sempre, che te lo dico a fare)… prima o poi ti farò avere quelli morbidi d'oca, tipico di Mortara 😉