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The Royal Taster

Not Ordinary Food

30 Aprile 2012

La birra di The Filling Station (New York)

30 Aprile 2012

Mentre scartabellavo tra foglietti, brochure e ricordi del viaggio in America – con un terribile magone, ovviamente – ho ritrovato lo scontrino di uno dei posti che più mi sono piaciuti, e di cui ancora non ho parlato probabilmente proprio per l’eccesso di nostalgia.
Ah! Quanto ho sottovalutato i moniti delle persone che mi dicevano “Tornerai ma niente sarà più come prima!“. … dopotutto, avrei potuto farci qualcosa? No. Ecco, quindi torniamo a parlare di cibi & affini, che è meglio.

Il contesto è quello del Chelsea Market, di cui ho già lodato un hotdog alquanto strepitoso, che ha regalato altre numerose gioie: si tratta di una sorta di luna park gastronomico che la sottoscritta ha girato per il lungo e per il largo con estrema soddisfazione, mangiando e sterminando (l’ultima parola non è scelta a caso, e tra qualche post capirete perché). Ovviamente l’ho adorato.

Vagando con gli occhi spalancati dalla meraviglia a un certo punto ho visto la mia amica Giulia che avanzava con un barattolo in mano, da cui sorseggiava una bevanda dai riflessi rossastri. Sì, un barattolo con coperchio da svitare. Incuriosita le ho chiesto lumi e lei mi ha ricondotta al The Filling Station.
In quel momento ho percepito la freccia di un Cupido con un cappello da cuoco trapassarmi il cuore e conficcarlo su una delle travi di legno del posto, mentre commentavo con uno stupito “Oh oooh!“.
The Filling Station altro non è che un negozietto che vende oli, aceti, sali e persino scrubs sfusi, ma soprattutto… birra.
Hanno tante tipologie di ogni prodotto, e se ne può acquistare la quantità desiderata dentro simpatiche confezioni che sì, si possono riutilizzare, riciclare o riportare per farsi ridare i soldi.
Dato che negli USA è vietato girare per luoghi pubblici con alcolici, e dato che The Filling Station non ha un vero proprio punto in cui i clienti possono fermarsi a consumare gli acquisti, chiudono le birre in simpatici barattoloni dal costo di $ 2, che appunto si possono riportare a consumazione finita.
Infatti ci si può accomodare ai tavoli di una delle aree di relax e ristoro, oppure sorseggiare la birra dentro un altro ristorante, ma se pensate di continuare a girare per il Chelsea Market o – peggio – al di fuori con la birra in mano non avete capito.

Su suggerimento di Giulia ho acquistato anch’io un barattolo di Lakefront Fixed Gear, una birra rossa assolutamente incredibile, da un sapore molto particolare. Tosta, ma contemporaneamente fresca, con spiccatissimi sentori floreali e di limone, che si lasciava bere con una facilità imbarazzante. Una di quelle birre di cui non senti la buona gradazione alcolica finchè non ti alzi, per capirci, ma di cui continueresti a ordinarne bicchieri, anzi, barattoli su barattoli senza alcun problema, per percepire e capire, assaporare e godere di tutte le sue sfumature.

E si fanno incontri piacevoli, come un ragazzo che, intento nel leggere il suo giornale, alza la testa e il bicchiere per un brindisi.
Ma sì, è l’aria di New York!

Birra promossa in tutti i sensi, insomma.
Se siete da quelle parti non scordatevi di fare un salto, e fatemi anche un favore: The Filling Station vende anche un sale al bacon che, purtroppo, al tempo della mia visita era terminato. … lo assaggereste e me ne portereste a casa un chilo? Tanto so che potrei adorarlo.
Un grazie preventivo dalla vostra regal assaggiatrice.

Dove
The Filling Station
Chelsea Market
New York

Posted by Sybelle 1 Comment
Filed Under: America, In alto i calici Tagged: america, birra, drink, new york

Trackbacks

  1. L’aragosta del Lobster Place (New York) | The Royal Taster ha detto:
    24 Maggio 2012 alle 10:39

    […] Come vi dicevo, avrei trovato presto un’altra occasione per tornare al Chelsea Market di New York e consigliarvi un altro posto in cui mangiare, e diciamo che proprio non posso esimermi dal raccontarvi la saga di Pizzicottina (citazioni simpsoniane si sprecano), l’amica aragosta. […]

    Rispondi

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Capiamoci: non sono una cuoca, non sono una gastronoma, non ho master in “Fisica del sapore”, non ho frequentato prestigiose scuole di cucina, non vi colpirò con le squisite portate preparate dalle mie manine perchè, a dirla tutta, le mie skill sono decisamente limitate. Read More…

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