Come vi dicevo, avrei trovato presto un’altra occasione per tornare al Chelsea Market di New York e consigliarvi un altro posto in cui mangiare, e diciamo che proprio non posso esimermi dal raccontarvi la saga di Pizzicottina (citazioni simpsoniane si sprecano), l’amica aragosta.
Diciamo che lasciare la Grande Mela e dintorni senza mangiare crostacei sarebbe stato un gran peccato, dicono, quindi abbiamo colto l’occasione alla nostra seconda visita al grande mercato coperto.
La sottoscritta adora mangiarli, ma per motivi di costo non è sempre facile: i prezzi americani hanno sicuramente aiutato, e la qualità era strepitosa.
Seguendo le istruzioni di persone più esperte io e la fidata Giulia siamo entrate al The Lobster Place e abbiamo raggiunto l’angolo degli astici, un bancale cosparso di ghiaccio su cui erano ordinatamente posate i chele-muniti per dimensione e peso. Abbiamo detto all’addetto di essere in due e di avere un discreto appetito, quindi lui ne ha scelta una, ha ricevuto la nostra approvazione e ci ha dato un numerino per tornare dopo poco.
Intanto ci siamo accomodate ai tavoli rialzati vicino alle vetrate della pescheria/ristorante, rimboccandoci le maniche e scrocchiando le falangi, con l’aria di avere in mente qualcosa di diabolico.
Al richiamo del cuoco siamo poi tornate a prendere i nostri averi, ovvero un vassoio su cui era adagiato l’astice bollito e una generosa vaschetta colma di burro fuso (ripeto: burro fuso. Aaah, una delle sette meraviglie del mondo!). Unici strumenti per mangiare: una forchetta di plastica e un forcone in miniatura adatto a entrare nei pertugi delle chele e afferrare la polpa.
Il carapace e le chele erano già state rotte, quindi tutto il lavoro è spettato alle nostre nude mani, che mica si son sottratte al dovere, impavide.
E così abbiamo iniziato a estrapolare la carne in piccoli tocchetti, intingendola nel burro prima di portarla alla bocca.
Devo star qui a descrivervi l’effetto paradiso, come se non fosse ovvio? D’accordo, sarò breve: era strepitosa. Veramente.
Era parecchio tempo che non gustavo un’aragosta così (l’ultima è sicuramente stata in Sardegna, altro posto speciale per i crostacei, ma il prezzo era decisamente diverso) e io e Giulia ci siamo buttate nel mezzo della mischia di chele e gusci per gustarne fino all’ultimo boccone, deliziandoci ancor più col burro.
Pizzicottina ci ha assai soddisfatte.
Divertente è stato vedere che due giapponesi accanto a noi stavano mangiando allo stesso modo un’aragosta, ma la loro era grande tipo la metà della nostra.
L’appetito italiano si fa sempre riconoscere, e noi ne siamo le degne rappresentanti.
Dove
The Lobster Place
Chelsea Market
75 9th Avenue
New York
Argentea says
Abbi pazienza Oscura Regal Mangiatrice 🙂 Ho consigliato il tuo blog ad un'amico che andrà a NY in viaggio di nozze, ma questa ricetta non è stata taggata come "New York"… è una svista? 🙂
fefebean says
*.* un angolo di New York da non perdere assolutamente, io ci ho lasciato un pezzetto di cuore… e non vedo l'ora di tornarci!
Consigliatissimi:
– uramaki di ogni tipo (crab & avocado deliziosi)
– zuppe (ottima clam chowder)
– lobster sandwich!
Complimenti per il blog 🙂 se ti va ti aspetto sul mio! http://www.fashion-bean.com
Camilla says
Le aragoste non hanno le chele, l’animale nella foto è un astice. Ottimo comunque. 🙂
Sybelle says
Ti ringrazio per la precisazione 🙂 se al palato sono infallibile in altri casi un po’ meno 😀