Dalla necessità di trovare punti di riferimento e dal bisogno di eliminare il superfluo per riscoprire le vere passioni e i coriacei interessi, tanto più sulla tavola e in tutto ciò che la riguarda.
Mesi passati a tagliare ponti, sfrondare rami e scacciare costrizioni per far rimanere lei, la sostanza, rappresentata da nuove scoperte in giro per il mondo e posticini che mi sono entrati nel cuore e in cui mi sento tanto a casa che, appunto, manco nel mio milanesissimo monolocale.
E proprio di “casa” si parla quando si entra da Risoelatte, il rifugio per eccellenza di chi ha bisogno di un ristorante nel centro di Milano e non può sfigurare.
È un posto che mi è assai caro, lo ammetto, e che annulla tutta la mia obiettività, ma se foste alla ricerca di recensioni asettiche non sareste certo qui, quindi preparatevi alla mia dissertazione.
È anche un consiglio, questo, che avrei voluto darvi mesi fa ma, sapete, c’avevo l’ansia da prestazione: poteva essere altrimenti, sapendo che sarebbe stato letto in primis da loro (ciao Ettore, Maurizia, Elvis – per citarne alcuni), che già tanto mi sopportano? Però era doveroso, quindi ho preso coraggio ed eccomi.Detto questo, Risoelatte è un ristorante perfettamente vintage, tanto nell’arredo quanto nel menù, dove si gusta la cucina lombarda che potevate trovare nelle cucine degli anni ’60, tra tavoli di formica, proiettori Super8, meravigliose lampade a sospensione, un jukebox perfettamente funzionante, nostalgiche campagne pubblicitarie, stoviglie che escono da credenze di modernariato.
Essendo io poco avvezza a tali specialità, praticamente mi sto facendo una cultura. Perchè sì, ci passo spesso e volentieri per pranzo e son molto felice di portarci amici in ogni occasione, con la promessa di tanta felicità. Risoelatte è quel genere di posto in cui sei a casa e in cui ti va di appartenere, soffermarti, sentirti un po’ privilegiato.
Non viene la voglia di cercare altro, ma solo di rilassarsi e assaggiare sempre più delizie a partire dal risoelatte, che è sia un primo piatto sia un dolce. Nella veste di primo, si tratta di un riso cotto nel latte e arricchito da diversi tipi di condimenti (il genere di piatto che regala conforto), mentre come dolce si trasforma e, sebbene preparato con gli stessi ingredienti di base, è fresco e leggero, un vizio da concedersi senza indugio.
I miei piatti preferiti sono molti anche perché il menù del pranzo cambia ogni giorno, quindi ho molta possibilità di sperimentare: si va dall’arrosto di tacchino con patate arrosto al salmone in crosta di mandorle, il vitello tonnato e il risoelatte in ogni versione, la millefoglie di pesce con verdure, il brasato con la polentina, il baccalà al forno con pomodoro e le vellutate. Non c’è volta in cui ne sia uscita delusa.
E dopo l’ambiente e il menù, la terza fondamentale componente è la gestione, composta da persone che ti accolgono sempre con un sorriso e che, anche se c’hai avuto la giornata peggiore della storia, te lo fanno spuntare sulla faccia. Posti simili sono rari, quindi occorre farne tesoro e – attenzione! – prenotare. Mettetevi avanti, organizzatevi, siate pazienti e conquistate un tavolo: il locale è un po’ piccolo e disposto su più piani, tra fili di biancheria vintage messa ad asciugare e telefoni in bachelite, quindi i tavoli sono pochi ma l’esperienza è memorabile.
Aggiungo un p.s: Ettore, ecco il famoso articolo!
Dove
Risoelatte
Via Camperio 6
Milano
02 39831040
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