Lo sappiamo tutti e non serve che sia la scienza a ribadirlo: il cioccolato è il cibo più spesso associato alla parola “felicità”. Vizio per antonomasia, ne basta un pezzetto per scatenare le papille, smuovere le sinapsi più dormienti e risollevare il più catastrofista degli animi.
Così come accaduto per il vino, l’olio e il caffè, anche questo pregiato alimento ha ottenuto meritati riconoscimenti di eccellenza passando dal mondo della “scorpacciata insensata alla Bridget Jones” alla “degustazione raffinata”. Ovviamente nella mia regal dispensa non possono mancare altissimi cioccolati che ben rispondono a questa esigenza, e tra questi annovero il sublime Valrhona, un nome che tutti voi dovreste associare a “eccellenza” e “esigenza”.
Come avrete capito o saprete (visto che l’avrò scritto una decina di volte), io non son un’amante sfrenata del “dolce” ma ridurre questo prodotto a tale categoria sarebbe errato, soprattutto se assaggiato in purezza. Qualche tempo fa, prima di un intenso periodo lavorativo, ho avuto il piacere di provare il loro Kalapaia 70%: ogni sera tornavo a casa e, mentre l’adrenalina della giornata non accennava a calare, mi accomodavo sul divano e ne gustavo un “chicco”.
Se siete abituati a scartare le tavolette e depredarle a morsi, ecco, forse vi conviene calmarvi e seguire qualche consiglio, che un prodotto così squisito non si merita tal vilipendio.
Prima di tutto annusatene un pezzetto (cosa che sto facendo mentre scrivo, davvero) per apprezzarne i primi sentori. Spezzatelo in due sotto al naso per scoprire altre sensazioni, infine poi portatene un pezzo alla bocca e lasciatelo sciogliere tra bocca e palato. Senza fretta, senza ingordigia.
Perché questo Kalapaia 70% è speciale? Si tratta di un nuovo tipo di cioccolato per Valrhona, un prodotto acido e tostato che racconta molto della terra in cui viene prodotto, la Nuova Guinea. Mentre la maggior parte delle coltivazioni di questo marchio fondato in Francia nel 1922 è situata nel Sud America, la piantagione Tokiala si trova in un mondo dominato da un vulcano – il Tavurvur – e abitato da un popolo – i Papuani – che contribuiscono nel creare una magia.
Oltre a provarlo in purezza, a apprezzarne la freschezza, la persistenza e accorgervi che non è dolce quanto probabilmente vi aspettavate, potreste destreggiarvi in cucina e scoprire che è perfetto come ganache, mousse, salsa, decoro, glassa o in versione gelato, sorbetto e bevanda corroborante.
Personalmente lo vedrei bene abbinato a del pepe e ammetto di averlo provato più volte con frutta come banane e pere. Di certo l’Ecole du Grand Chocolat fondata da Valrhona nel 1989 vi darebbe suggerimenti più illuminanti dei miei, ma perché non provare e lasciarsi trasportare dalla gioia?
Valrhona è uno dei marchi nel poderoso catalogo di Selecta, il celebre selezionatore e distributore delle primizie di questo mondo, un’azienda che un vero appassionato di cibo e affini avrà sentito più volte nella vita e commentato con un sospiro trasognante. Solo il meglio per chi davvero ci tiene. Tipo me.
Ogni tanto vi accompagnerò in viaggi tra i meandri dell’alta qualità, con mia grande gioia e col genuino proposito di ingolosirvi e, sì, farvi venir voglia di provar tutto. Dopotutto son qua per questo, perché non continuare?
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