Un semplice calcolo: se ogni caloria che ho assunto quest’estate equivalesse a un chilometro di cammino avrei potuto girare attorno alla Terra almeno 4 volte.
Detto questo, eccomi tornata dalle ferie più succulente di sempre!
Se siete ancora in viaggio: beati voi.
Se invece condividete la mia sorte: bentornati. Potete star certi che ho raccolto sufficiente “materiale” per crogiolarsi in pensieri stuzzicanti.
Da cosa iniziare? La scelta è ardua, vista la diversità di cucine e specialità assaggiate.
Ho pensato quindi di iniziare con qualche considerazione che intitolerò:
“Ciò che ho imparato durante diciotto giorni tra America e Turchia (con una breve tappa in Canada)”:
– la Turkish Airlines ha veramente un ottimo servizio, e con questo intendo anche il cibo. Una compagnia aerea che portasse i menù, avesse spremute d’arancia e limonata fresche, e servisse pure un dolcino di benvenuto non l’avevo ancora incrociata;
– nel Maine e nella Pennsylvania si mangia bene praticamente ovunque, dal ristorante alla casetta trucida del pescatore;
– Philadelphia, il tuo cheesesteak é quanto di più calorico abbia assunto (e ne sono felice);
– le scelte gluten free sono variegate e particolari;
– un’ora di fila da Shake Shack in Madison Square a New York verrà sempre ripagata;
– lobster è “astice”, lobster è “astice”, lobster è “astice”;
– la suddetta lobster intera a 12 dollari è una gran soddisfazione;
– la clam chowder dà assuefazione e ringrazio che la ricetta sia troppo complicata per provarla a casa;
– una visita al Walmart tra le scansie di burro d’arachidi e cheddar può far venire la tachicardia d’entusiasmo;
– il cheddar è la soluzione a molti problemi (ma lo sapevamo già);
– mangia quanto vuoi che poi una corsetta mette tutto a posto (ok, questa è una vana illusione);
-la normalità: “Oggi giuro che non mangio nulla di più pesante di un’insalata… OMG I CUPCAKE AL CIOCCOLATO SALATO COL BURRO D’ARACHIDI!”;
– e poi, quando ordini davvero un’insalata mista è accompagnata da una salsa al gorgonzola a cui non puoi dire di no;
– voglio che il Canada Dry sia importato anche in Italia (Pepsico, mi senti?);
– la varietà di sidri di mela che si trova nei pub e nei supermercati fa impressione;
– le porzioni mastodontiche sono impegnative persino per me;
– ricordarsi di non prendere mai la carne dentro al coccio esplosivo la prossima volta che si torna a Istanbul;
– datemi cascate di sciroppo d’acero canadese;
… e, infine:
– cheese fries, siete nel mio cuore (letteralmente, grazie al vostro lieve apporto di colesterolo).
Insomma, non mi sono risparmiata e ho tanto da raccontarvi e segnalarvi, per la gioia del vostro appetito.
The Royal Taster riprende con un solo obiettivo: far brontolare le vostre pance.
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