Mettiamo nero su bianco qualche considerazione di una primavera e un’estate piene di rivoluzioni e libertà.
Ho i capelli lunghi, sempre più lunghi e non so bene che farci.
Son abbronzata come non accadeva dal 2004, grazie alle spiagge della Sardegna, delle Marche e a quella perla che è Levanto. Ho qualche chilo in meno, sebbene durante le vacanze abbia abbondato di vincisgrassi, costine, pizza e vizi.
Son diventata la più grande consumatrice di Varnelli (senza ghiaccio) e Fernet Branca (con).
Ho realizzato che se le persone ti deludono in qualche modo l’unica cosa da fare è crucciarsi il meno possibile e lasciarle andare.Ho capito che ciò che nasce tondo non può diventare quadrato, così come chi nasce bolognese non può diventare milanese (ma aspira sempre a un certo grado di torinesità).
Contemporaneamente, meglio non negarsi nulla a prescindere e perseverare. Da qui il pilates (tutto ok) e il crossfit (da riprendere con calma) che si aggiungono allo yoga, al running e a una breve parentesi col sup. Qualche anno fa si sarebbe gridato al miracolo, per tutta quest’attività.Ho letto dei libri belli, bellissimi, uno fastidiosamente fantastico, un classico moderno, uno che mi ha lasciata interdetta e un altro che a tutti sta piacendo alla follia, ma che a me non ha convinto del tutto, nonché ripreso tutta l’opera di Amelie Nothomb. In francese.
Dopo le mode, mi sono definitivamente stancata delle “cose”. Perché pur conoscendo bene i meccanismi per generare bisogni inutili nelle persone, non riesco a non esserne colpita. Quindi no, quell’ennesimo vestito di Zara non mi serve (ma quanto sarebbe carino) (no, allontanati da me!) (vestito di Zara…) (ARGH!). Da qui il bisogno di liberarmi del superfluo (già ne avevo accennato l’anno scorso), e il futuro impegno a farlo tramite regali & reselling (Depop, arrivo).E per quanto riguarda l’inespugnabile passione per tutto ciò che è commestibile?
Ecco, abbiamo passato momenti migliori, ma quelli peggiori son quasi alle spalle.
Risveglio il palato a suon di gelati squisiti e manicaretti preziosi, riordino le idee e mi accorgo di voler scrivere di più e di Estonia, Polonia, Spagna, ma ci stiamo arrivando.Così come sto giungendo alla conclusione della questione “celiachia“, che forse è un’intolleranza o chissà che, ma qui saranno gli esperti a parlare.
E per ora è tutto, direi.
Al prossimo dispaccio – maggiormente gastronomico, s’intende.
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