Fino a non troppo tempo fa gli amari venivano utilizzati come medicinali capaci di porre rimedio a numerosi problemi. Dopotutto essendo infusi di erbe ad alto tasso alcolico il potere disinfettante c’è tutto, per non parlare di corroborazione e tempra. Trapela quindi qualcosa di alchemico e arcaico nella scelta di componenti e proporzioni, frutto di tentativi, sbagli e sapienza.
In effetti quando guardi la bottiglia dell’Unicum pensi a un’ampolla contenente un magico elisir, e non ci si discosta dalla realtà.
La storia di questo orgoglio ungherese è stata appassionatamente raccontata – e da me curiosamente ascoltata – proprio da Izabella Zwack, discendente di questo medico del ‘700 della corte di sua maestà e creatore di un amaro composto da 40 ingredienti e prodotto ancora a Budapest, nella prima fabbrica. Ed è la città natia a far la differenza, a partire dalla propria acqua essenziale per ottenere un risultato eccellente.
Spesso viene definito “una bomba” per il sapore che sa scuotere chiunque, unico come il suo nome e composto grazie a una ricetta inalterata e conosciuta da pochissime persone – tra cui Izabella, ovviamente.
Eppure pasteggiarci non è affatto impossibile, anzi: i cocktail assaggiati hanno accompagnato dei piatti tutto sommato delicati – da prosciutto e carpaccio d’ananas a risotto allo zafferano fino al branzino in forno – senza sovrastarli.
Una grande scoperta è l’Unicum barricato alla prugna, dal sapore dolce e corposo, che si può usare nel drink Plum & Soda.
E, per una volta, mi permetterò di condividere con voi la sua ricettina per ricreare in ogni momento un briciolo di Ungheria.
Ingredienti:
– 40 ml Unicum Prugna;
– 15 ml di sciroppo di zucchero;
– 20 ml di succo di lime;
– soda;
– scorza d’arancia e limone;
– una rondella di cetriolo;
– foglie di menta.
Un procedimento a prova di principiante: occorre mescolare tutti i liquidi con un tumbler, aggiungere ghiaccio e guarnire.
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