La Philly Cheesesteak di Pat’s King of Steaks (Philadelphia)

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Approdando a Philadelphia sul termine delle vacanze il mio stomaco si era già abituato alle porzioni mastodontiche americane mentre il mio fegato aveva mostrato una grandiosa tolleranza.

Era quindi il momento di sferrare uno di quegli attacchi finali che manco Super Mario contro il mostro brutto e cattivo dell’ultimo livello.
Preso il taxi è dato l’indirizzo mi sono sentita chiedere dal conducente: “Pat’s or Geno?“, e io ho pronunciato il primo nome. Ci siamo quindi persi per le vie periferiche e residenziali dove, accanto a un locale rock e a un campetto da basket, si fronteggiavano i suddetti locali che, da più di mezzo secolo, si combattono su primato, bontà e genuinità della più famosa specialità della città: la Philly Cheesesteak.

Il crocevia col più alto tasso di colesterolo al mondo. Mi sono sentita a casa.

Mentre Geno’s trionfa per luci e neon – promettendo ricchi premi e cotillon -, è stato Pat’s a conquistare la nostra attenzione col suo stile più essenziale e anni ’60 (sebbene sia lì dal 1930): si dice che sia lui ad aver inventato questo piatto, mentre Geno’s rivendica l’aggiunta determinante del formaggio.

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Di cosa stiamo parlando? La Philly Cheesesteak altro non è che un panino enorme tagliato a metà e imbottito di formaggio, straccetti di manzo, cipolla saltata e una colata lavica di cheddar fuso.
Pat’s ha una vera e propria catena di montaggio che in 10 secondi ti costruisce il panino col formaggio da te scelto (provolone, nel mio caso), te lo avvolgono nella carta e te lo servono – con qualche simpatica parola stile “Sweetie“, “Dolly“, “Love“.
Istruzioni per l’uso: se lo volete con la cipolla dite “with” (“wiz”) altrimenti “with not” (“wiz not”). Studiate le istruzioni appese prima delle casse per non sbagliare, e non fate caso ai modi sbrigativi del cassiere: solitamente la fila è lunga e non c’è tempo da perdere.

Questo panino rappresenta tutto ciò che io potrei desiderare da un viaggio in America: è ricco, intenso, squisito, pieno di carne tenerissima che, se allungate l’occhio, potete veder sfrigolare. Saziante, insano, una botta di vita, la potenziale risposta a molti problemi, e se lo accompagnate dalle cheese fries – che si ordinano in un secondo sportello insieme alle bevande – potrete persino vedere qualche divinità.

L’aspetto è quello di un posto tipico americano, senza troppo fronzoli (né zone chiuse, quindi preparatevi al caldo afoso quanto al gelo totale) ma con decine di fotografie di star, perlopiù in bianco e nero, che sono passate di lì a salutare Pat: aggiungete la vostra con una visita.

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E qui il dilemma: chi sono io per dire che sia migliore di Geno’s, in cui non ho avuto il fegato (letteralmente) di andare? Datemi un po’ di fiducia: vi ho mai deluso?
In ogni caso entrambi i locali sono aperti sempre, giorno e notte, pronti a soddisfare avventori, giocatori di basket o appetiti non convenzionali.

Dove
Pat’s King of Steaks
1237 E. Passyunk Avenue
Philadelphia

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