Va bene, va bene, sono stata un pochino assente e me lo avete fatto notare.
No, non sono stata fagocitata da un’orca assassina (né il contrario).
No, non mi sono messa davvero a dieta (questa parola innesca sempre grasse risate nel mio cervello).
E no, non sono rinsavita.
Insomma, a voi non capitano mai quei periodi *leggermente* impegnativi? A me sì, ma sono tornata per continuare a parlare di cibo e prelibatezze, iniziando da qualcosa di molto particolare.
“Qual è il primo pensiero che ti viene in mente parlando di ostriche?“, mi è stato domandato qualche tempo fa sono non appena sono arrivata al ristorante A’Riccione, in quel di Milano.
Ho risposto “Un viaggio in Francia del ’98” ma ho sbagliato: sarei dovuta risalire ancor più indietro quando, bambina, mi aggiravo sulle coste francesi lasciate libere da una bassissima marea e raccoglievo conchiglie, tra cui gusci di ostrica che sono ancora custoditi in qualche scatola di cartone nella cantina di casa.
Ricordi lontani ma vividi e un po’ bucolici.
Non è che mangi spesso le ostriche, ma ammetto di esserne incuriosita: figuriamoci quando nell’invito alla soirée ho letto che avrei avuto la possibilità di assaggiarne 14 tipi diversi!
Voglio dire: in quanti di voi sapevano dell’esistenza di diversi generi di ostriche? Io assolutamente no, e ammetto la mia ignoranza.
Mi è capitato di sentire quelle islandesi presso il salone del gusto di Torino, ma credevo fossero pressapoco uguali a tutte le altre. E invece.
Innanzitutto le ostriche si dividono in due tipi: piatte e concave.
E’ il coltivatore a fare la differenza attraverso diversi metodi di allevamento, che forniscono delle caratteristiche distintive: il tempo di immersione in acqua salata, così come il sole e l’aria regalano all’ostrica delle peculiarità.
Una volta pronte vengono raccolte e imballate in belle casse di legno, e inviate immediatamente in giro per il mondo per essere apprezzate.
Da A’Riccione ho assaggiato le Mouirgen, le Special de Bouzigues, le Gillardeau e le Speciale de Claires Marennes Oleron, nonché le Fine de Claires Vertes (che, come il nome suggerisce, sono verdi), le Tsarkaya (apprezzatissime dagli zar russi), le Belon. le Speciale Mont Saint Michel e diverse altre, guidata da degli esperti che mi hanno raccontato ogni raffinata caratteristica di ciò che, nella mia ignoranza su questo vastissimo mondo, non avrei potuto cogliere da sola.
Se volete anche voi approfondire la conoscenza il mio consiglio è quello di recarvi da A’Riccione e al grido di “Ostriche! Ostriche! Ostriche!” lasciarvi consigliare quelle più adatte ai vostri gusti, o le più particolari.
Avrete *leggermente* l’imbarazzo della scelta.
Dove
A’ Riccione
Via Taramelli 70
Milano
Tel. 02683807
Giorgio says
mi hai ingolosito, voglio provare.