Ah! La Spagna!
(come ulteriore dimostrazione del fatto che benissimo non sto, dovete sapere che ogni qualvolta io scriva una frase esclamativa lo faccio nei toni del buon Guastardo. Se non avete presente chi sia, rimediate cliccando qui).
Tierra de tapas y sangria!
E se ci aggiungo un “mucho calór” c’abbiamo tutti gli stereotipi pronti.
Non è che mancassi da molto tempo, ma questa volta la destinazione è stata diversa: dopo ben sette anni sono tornata a Siviglia.
Una visita toccata e fuga, ma intrisa di birra emozione e cibi squisiti.
Viva las tapas, sempre! Un modo veloce e gustoso per assaggiare una marea di specialità locali senza svenarsi e senza esplodere, informale e divertente.
Con una trentina di euro mangi e bevi a sazietà. In due.
Poi, occorre andare nel posto giusto e io mica volevo sbagliarmi: della città soffocante (46 gradi. Manco nella
Death Valley) ricordavo solo un posticino in Calle Matteo Gago, ma avevo voglia di sperimentare.
Ho chiesto quindi consiglio a Sofia, amica d’infanzia che conosce la città muy bien: e fu così che finii alla Bodega Santa Cruz.
Le tapas non sono un modo di mangiare adatto ai timidi: devi prendere la situazione in mano, farti notare dal cameriere, destreggiarti nell’ordinazione, aggrappare un tavolo libero, sbatterci su le prime due cana (birre piccole. Sia lodata la Cruzcampo!) e portarti i piatti autonomamente quando sono pronti, alzarti di nuovo quando ne vorrai altri, ordinare pietanze anche se non le se si conosce, sperimentare, che per 2 euro e sessanta si può correre qualche rischio no? e non importa se non sai lo spagnolo, improvvisa, fatti una risata col cameriere che appunta il tuo conto sul bancone con un gessetto, non sobbalzare quando si mette a urlare per far ridere tutti, o quando l’apparentemente quieta cameriera scoppia in una risata portentosa, osserva con acquolina i piatti dei vicini e cerca di capire cosa sono, e non ti stupire se alla fine ti rendi conto d’essere circondato da tanti italiani quanti avventori locali.
Cosa ordinare allora alla Bodeguita, che magari da fuori non attira tantissimo ma che, una volta entrati, permette di sentirsi dentro una vera atmosfera spagnola?
Tre piatti che dovreste assaggiare:
A) anchoas fritas
Altro non sono che sardine fritte, croccantissime e abbondanti, una classica tapas spagnola: semplice, a base di pesce e fritta! I pescetti, appena tolti dalla padella – quindi ustionanti – erano saporiti e per niente pesanti. Un gran piacere, insomma!
B) flamenquitos
Involtini di carne, salumi e formaggio… fritti!
Una vera e propria goduria, soprattutto grazie al formaggio fuso e filante che abbracciava gli altri ingredienti e l’esterno croccantino. Saziante, poco ma sicuro, quindi da ordinare in piccole dosi. Certo è che le facce estasiate di quelli che li mangiano al bancone potrebbero portarvi a chiederne in quantità!
C) le mie preferite: berenjenas con miel.
E qui immagino che la diceria “lo spagnolo è così simile all’italiano, è facile capirlo” non valga.
Si trattano infatti di melanzane a fettine ovviamente fritte e arricchite da miele!
Che gran scoperta, davvero! La verdura era tagliata finemente, fritta in modo da tenerla morbida, e si sposava veramente bene con questo miele liquido, aggiunto nella giusta quantità per non risultare stucchevole, anzi! Probabilmente non mi sarei mai azzardata a ordinarle, ma Sofia me le aveva segnalate in particolar modo, quindi… .
… A posteriori vedo che qui sembra la sagra del fritto. Non è che abbia mangiato solo questi tre piatti, ma effettivamente sono quelli che mi sono rimasti più impressi.
Se potessi mangiare un flamenquito o un piatto delle sopracitate melanzane a pranzo, sarei la persona più felice del mondo.
Dove
Bodega Santa Cruz
Calle de Rodrigo Caro, 3
Siviglia
[…] ordinano tapas, economici piattini colmi di ogni cibo spagnoleggiante (mi passate il neologismo?): come dicevo anche in occasione della Bodeguita Santa Cruz, lanciarvi è la soluzione migliore. Altrimenti… ho io la soluzione per […]