Cosa farebbe la regina nella serata della Vogue Fashion Night Out milanese, quando armadi e gabbie si aprono e presunti amanti della moda si riversano per strada e non indossano abitini – e tantomeno cappellini – color pastello?
Chiederebbe ai suoi condottieri di condurla a mangiare calabrese invocando ‘nduja a valanghe su tutti i disertori del buon gusto!
Non dico sia andata letteralmente così ma poco ci manca: la giornata era stata caotica, e la qui presente aveva molto bisogno di qualcosa di sorprendente, che avesse il potere di sedarle i nervi piuttosto provati.
Dopo un lungo vagare la soluzione si è rivelata la cucina di Dongiò, nel quartiere Porta Romana di Milano.
Sebbene abiti in questa zona da più di due anni non avevo mai avuto l’occasione di andarci e, oltretutto, da fuori pare un ristorante di elevata classe, costoso (cosa non fanno delle vetrate al giorno d’oggi!), in attesa di un’occasione speciale.
Diciamo pure che ho preso una regal cantonata: l’aspetto é decisamente curato, come un buon ristorante deve essere, ma non occorre certo l’abito da gala (maestà, per una volta mi perdoni).
Tiriamo quindi un sospiro di sollievo e apprestiamoci a parlare della cucina, grande protagonista: da Dongiò ci si bea di un trionfo di Calabria e sapori autentici come si deve.
Il piccante è padrone ma non temete, non uscirete in fiamme – a meno che proprio non lo sopportiate: ne sarete invece deliziati, e scoprirete che avete più papille gustative da risvegliare di quanto non sapevate.
Il piatto scelto sono gli spaghettoni alla tamarra, che con un nome così possono intimorire: indosseranno leggings maculati e ascolteranno musica unz unz? No, state calmi: hanno “solo” un sugo con una notevole quantità di ‘nduja, la giusta dose per farvi tornare presenti a voi stessi dopo la sopracitata giornata.
“Dlin dlon!“, sentirete suonare nel cervello.
“Chi è?“.
“Siamo degli spaghetti cotti alla perfezione e uniti ad abbondante salsa piccante, saporiti ma non eccessivi, ricchi e appaganti, spessi e consistenti, pronti a macchiare ogni camicia e rendere felici anche per questo motivo! Mettiamo ogni cosa al suo posto e ristabiliamo delle priorità agendo sul senso del gusto di coloro – da Proust alla regal assaggiatrice – che più ne sono assoggettati”.
Se dopo questa presentazione non avete un certo languore non c’avete cuore – o stomaco.
Poco male: Don Gió è sempre meritatamente pieno, quindi avrò meno concorrenti da sbaragliare – miei condottieri, avanti!
Dove
Dongiò
Via Bernardino Corio 3
Milano
Tel. 02 551 1372
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