Ultimo aggiornamento: 29 Settembre 2015
L’inizio non ottimo aveva fatto presagire il peggio, e infatti il Mammy ha chiuso.
Salutate tutti la farofa.
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Ah! Quante vittime possono compiere le mode, non ci si crede.
S’infiltrano nella quotidianità sotto forma di ripetizioni, che in confronto il deja-vu di Matrix è nulla di cui preoccuparsi, e ben presto diventano una costante, un trend di diffusione capillare.
Let’s talk about burgers, my friends, che a Milano spopolano nella versione gourmet, ricercata, sofisticata: ne aprono un paio al mese, e io mi sto impensierendo per i bovini di razza fassona piemontese che dovrebbero essere l’élite e invece vengono riportati in ogni menù.
Io, che sono ancora alla ricerca del migliore hamburger milanese, una sera mi sono imbattuta nel Mammy Coffeeburgers, recente apertura in via Vigevano, e voglio raccontarvi la mia esperienza.
Entriamo in quattro in un tardo giovedì sera, ci accomodiamo e apprezziamo le pareti finto (ma forse no) scrostato, la carta di parati black/white e la cucina a vista racchiusa in una sorta di teca di vetro e infissi neri: arredamento ben pensato insomma, quel radical/industrial/vintage chic che tanto piace.
Il menù propone principalmente hamburger di diversi tipi e piatti di carne dai prezzi più bassi rispetto alla media, quindi ne siamo ben impressionati, ma al momento di ordinare iniziano a palesarsi sulle nostre facce dei grandiosi punti interrogativi suscitati dall’estrema e innaturale deferenza del cameriere, un giovane estremamente gentile che era stato evidentemente istruito da qualcuno a comportarsi in un certo modo. Nello specifico ci dà continuamente del lei, ci chiama “Signora” e “Signore”, parla tenendo sempre un braccio dietro la schiena come un grande maître di sala: personalmente ho trovato stridente e forzati questi atteggiamenti, troppo costruiti per un posto che ok, serve gourmet hamburger, ma che si trova in una zona molto “giovane” di Milano in cui non ci si aspetta di trovare la reverenza. Sospetto e spero fossero una sorta di “prova generale”, visto che il Mammy era stato aperto appena una settimana e mezza prima, ma ne siamo rimasti tutti colpiti, forse un po’ troppo.
Io ordino il Mammy Burger, che comprende carne di razza fassona piemontese (ovviamente!), insalata e pomodoro, niente contorni inclusi.
Credo che la foto possa parlare chiaro in merito alla quantità di insalata (una foglia intera schiaffata dentro) mentre non suggerisce la poca presenza di pomodoro: insomma, sulla presentazione forse si può migliorare.
Poi accade che mentre i miei commensali azzannano i loro panini e gustano la tagliata con soddisfazione, io dò un morso al mio hamburger e sento un sapore strano nella carne, una sapidità salata che non ho mai trovato in altri posti. Ne sono perplessa ma penso che sia mio gusto personale, quindi continuo ma no, la sensazione non è gradevole.
Insomma, non ve la faccio lunga: questo Mammy Burger non mi è piaciuto, e che io sia tornata a casa – io che, vi ricordo, potrei mangiare i sassi senza problemi – con un crescente sentore di nausea non mi fa ben sperare.
Sarà stata una serata sfortunata? Può capitare, assolutamente.
Sarà stata solo una mia impressione? Chissà.
Una seconda chance non si nega a nessuno, soprattutto a un locale appena aperto, ma ammetto che i primi esperimenti con altri posti sono stati ben più positivi.
Tornando all’incipit, la moda del burger potrebbe aver fatto la prima vittima, ovvero la vostra regal assaggiatrice.
Ah, ultimo consiglio: se mai avete l’ardire, entrate e chiedete cos’è la “farofa“. Potrebbe rendere surreale la vostra giornata.
Dove
Mammy Coffeeburgers
Via Vigevano 9
Milano
Tel. 02 45473495
Breeze says
Io ci sono stata mercoledì sera, e ho avuto le tue stesse identiche impressioni! Il ragazzo è passato 5-6 volte a chiederci se andasse tutto bene, continuando a rivolgersi a noi come a dei "Signori"… Ok l'educazione, ma sono palesemente più piccola di te, dammi pure del tu!
Niente contorno davvero? Noi abbiamo chiesto se fossero incluse le patatine e ci è stato risposto di sì, infatti i burger sono arrivati assieme a un "barattolo" di patatine fritte.
Ah, e la "Free Water" accanto al bancone? Noi non ce ne siamo accorti e ci hanno fatto pagare l'acqua in bottiglia: ma cavolo, ditelo che c'è quella alla spina gratis!
P.S. Anche noi abbiamo osato chiedere cosa fosse la "Farofa" 😉
Pig says
non ci sono ancora stato (lo avevo giust'appunto messo in lista) ma pare che sia peggioratissimo… hai aggiornamenti o non ci sei più tornata?
Arianna Cavazza says
Vista la mia esperienza non proprio positiva non ci sono più tornata preferendo altre nuove aperture.
Se è ancor più peggiorato siamo messi bene!