Io non sono una grande sportiva.
Credo di aver esaurito tutte le energie da piccola quando, tra i molti, ho praticato danza (20 centimetri in meno e c’avrei avuto un futuro nella classica), pattinaggio artistico, ginnastica ritmica, un po’ di equitazione, pallanuoto, nuoto, kendo e tennis. I “punti sport” sono stati così prosciugati.
Negli anni mi sono specializzata in altre discipline di tutto rispetto, tra cui “apertura frigorifero”, “salto in alto per raggiungere gli scaffali più alti”, “maratona di cotoletta alla bolognese” e “sollevamento buste della spesa”.
Capirete quindi il trauma quando il Sabato mattina prima della mitica sagra del cicciolo domenicale mi son infilata pantaloni della tuta, maglietta, maglione, sciarpa, ho allacciato le scarpe da tennis e sono andata a correre con la Santa Protettrice dei Fruttivendoli e il Commendatore del Calcio su una pista da atletica in quel di Correggio.
In due parole? La morte: ho compiuto un giro e poi tutto il mio corpo ha iniziato a inviarmi segnali chiari, tipo “Ma che ti è venuto in mente?“, ma ho continuato a camminare sulla pista, ho fatto gli addominali e scalato i “gradoni” soltanto perché mi era stato promesso che dopo avrei assaggiato una delle delizie dell’Emilia: il celeberrimo gnocco al forno di Benassi. E così è stato.
Io e la sopracitata Seguace delle Verdure siamo entrate e abbiamo atteso che venisse sfornato – dato che va letteralmente a ruba -, anche per apprezzarlo al suo meglio. Attendendo ho guardato gli attestati di qualità appesi alle pareti e un grande poster con una poesia dedicata proprio a quella specialità. Insomma, inizio a credere che le lodi siano meritate.
Il fornaio ce ne ha tagliato un grande pezzo, siamo uscite sotto i portici e subito ne ho strappato un assaggio.
Non vi dico la sorpresa, la meraviglia, lo stupore totale perché tutto mi aspettavo meno che qualcosa di così semplice, delizioso e unico.
Ha l’aspetto di una focaccia alta tre dita, ma è tutt’altro.
La crosta è sottilissima e croccante, friabile e profumata come quella del pane; racchiude una mollica morbida ma compatta, che si sfilaccia quando la si tira, e che lascia intuire la presenza di un qualche ingrediente segreto di inaudita leggerezza (lardo? Strutto? Qualcosa di simile?) che la rende squisita.
Ha un sapore che sa di genuinità, di casa, di Emilia, e con queste caratteristiche rappresenta qualcosa di totalmente diverso da tutto ciò che compone il magico mondo della panetteria.
Lo shock, insomma.
Come ho fatto a vivere ventotto anni senza il gnocco al forno di Benassi?
E perché gli studenti di Correggio e zone limitrofe hanno potuto e possono beneficiare della merenda a base di questa meraviglia e noi, di Bologna & co., no? Va bene che noi abbiamo Pollacci, ma mi pare comunque ingiusto!
Incamminandoci verso casa abbiamo continuato a mangiarlo senza stancarci, ma ben presto Cri ha dovuto lasciare la busta alla famelica sottoscritta: sembrava non mangiassi da due settimane mentre, in realtà, ero estasiata.
Quindi posso dirlo: svegliarmi presto, correre, scalare, camminare, mettere in moto gli addominali è stato arduo ma ne è valsa assolutamente la pena.
Se passate per il reggiano dovete farci un salto. Guardatemi negli occhi, che sono seria: dovete.
Dove
Forno Benassi
Via Santa Maria 7
Correggio (Reggio Emilia)
Tel. 0522692676
Marco Fantini says
ma chérie, io ho frequentato l'ITC LUIGI EINAUDI a Correggio da ottobre 1968 al1973, anno del diploma.
Per 5 lunghi anni ho assistito all'assalto delle 10:50: da una parte gli studenti affamati e dall'altra il bidello Avo Bonetti, guardiano di un centinaio di pezzi di gnocco di Benassi da dispensare contro una moneta da 50 lire (se non ricordo male).
Prevedibili scenate dei ritardatari che millantavano oscuri diritti di prenotazione e che si trovavano, alle 10:55, di fronte ad un contenitore svuotato, come da transito di cavallette.
Questi ex studenti sono quelli che, residenti o di passaggio, comprano ancora il pezzo di gnocco di Benassi metà per sé nel tragitto forno/casa, l'altra metà (se rimane) per coniuge o figli. Eh sì, è proprio buono !
Lucia says
il "gnocco di Benassi" è IL gnocco, l'unico per il quale è concessa l'eccezione alla regola dell'articolo (!).
e…in effetti è un rito che sa di adolescenza nella profonda Emilia. 🙂