Parigi è una città in cui il vivere pare così lieto, poetico e stimolante da domandarsi perché, perché non prendere un aereo e rifugiarvisi per un weekend, una settimana, un mese o una vita? E non ditemi “No, i francesi sono antipatici!“, non cadete in questo stereotipo! Chissà cosa diranno di noi italiani, loro.
Qui potete andare, preferibilmente quando c’è bel tempo, in uno dei miei angoli preferiti al mondo, che più mi ispira relax.
Siamo a Montmartre, abbiamo scalato numerosi gradini e salite, e siamo giunti in una piazzetta connotata da grandi alberi ombrosi, un parchetto, viuzze che si uniscono e una lunga scalinata che conduce al Sacre Coeur.
Qui trovate l’Été en pente douce, un ristorantino colorato e festoso, con tanti tavolini disposti all’aperto, un po’ alla rinfusa, e sottili sedie di metallo.
Non vi sentite già meglio, immaginando di accomodarvi e assaporare in primis il gentile sole?
Parlando di cibi, il mio consiglio è quello di assaggiare la demi-canard en croute de sel avec les pruneaux, ovvero mezza anatra in crosta di sale con prugne, una specialità un po’ complicata da preparare che non si trova certo facilmente, anzi: sul menù ci tengono a far sapere che preparata così la si può trovare solo in due posti. La mia testa dice “Ok, la devi provare“.
Arriva questo grande piatto con l’anatra ancora ricoperta dalla crosta di sale, dura e dal colore grigiastro, e subito cerco di romperla con le posate. Ecco, non si fa: la cameriera giunge in mio soccorso mostrandomi che bastava alzarla e girarla per liberarne l’abbondante ripieno.
La mezza anatra è lì che mi aspetta, cotta e avvolta in questa densa salsa composta da prugne e verdurine à la julienne, molto corposa, ovviamente dolciastra, ricca.
Il primo boccone ha dei sapori così particolari da far suonare diversi campanelli e scuotere delle sensazioni sopite: già la carne di anatra non rientra tra le mie solite consumazioni, e risulta piacevolmente gradita, ma unita a questo composto – quasi una marmellata con prugne a grossi pezzi – si è imposta nella mia memoria gustativa come uno dei sapori più originali dell’estate.
Rallegrare e mettere alla prova le papille è uno dei miei passatempi prediletti, l’avrete percepito.
L’unica controindicazione va alla porzione, che è molto abbondante: io non ho avuto problemi a divorare anatra, prugne e ogni piccolo pezzo di verdura, ma io ho anche delle skill d’appetito non comuni!
La soluzione ideale è condividerla con qualcuno insieme a una degustazione di formaggi, un altro cavallo di battaglia de L’Été en pente douce, utile anche per spezzare i sapori.
E ora ditemi se non vi sentite già dentro un piccolo sogno!
Dove
L’Été en Pente Douce
Rue Muller 23
Parigi
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